Da Bonifacio, nel sud, a Centuri, nell'estremo nord, l'aragosta rossa è una regina che ha fatto prosperare i più antichi pescatori dell'isola da quando hanno preso il mare. Una passione spesso tramandata dai loro antenati, a loro volta già cacciatori di molluschi.
Con le loro mani realizzavano imponenti trecce di steli di piante, spesso di giunco o di legno di ulivo, per realizzare nasse.
Nasse collegate a una boa con una corda che deve essere posizionata strategicamente sul fondo del mare, per poi mettersi in attesa. Aspettando che un'aragosta vi rimanga intrappolata. Perché questo animale a volte scava fino a 150 metri di profondità, in substrati rocciosi o, più raramente, su fondali sabbiosi.
Negli anni '60, le reti di nylon, più efficienti per questa cattura, hanno sostituito in gran parte le nasse in tutta l'isola, rendendo la pesca più produttiva e redditizia ma riducendo notevolmente il numero di prede. Oggi, in tutto il Mediterraneo, le popolazioni di aragoste faticano a riformarsi e la pesca è soggetta a restrizioni, soprattutto in termini di dimensioni. Molto apprezzata per le sue carni raffinate e saporite, l’aragosta viene gustata in mille modi diversi, seguendo attentamente ricette ancestrali, spesso trsmesse oralmente di generazione in generaziome
Dall'inizio del mese di marzo Xavier d'Orazio, primo patron dei pescatori di Ajaccio, ha calato le sue reti a meno di un miglio dal porto. Qui ogni pescatore ha i suoi segreti, sia in termini di luogo che di tecniche. A bordo delle tradizionali imbarcazioni in legno, quasi tutte realizzate presso l'antico cantiere navale del porto Tino-Rossi, cercano di pescare qualche aragosta per i ristoranti e il mercato del pesce della città imperiale. Ogni giorno vengono raccolti pochi chili di crostacei rispetto ai quasi venti degli anni '90
Come pescatore, Xavier conosce la sua materia. Lui ci assicura: la ricetta per gustare appieno questo crostaceo è una sola e non comincia certo con la cottura di una gran quantità di pasta. E non saranno certamente gli chef che non mettono i piedi in una barca a fargli cambiare idea.
Nel centro storico, invece, d'estate aleggiano i profumi di una ricetta rinomata in tutto il mondo e che conta molto anche per la fama gastronomica dell'isola. È difficile trovare posto ai tavoli del ristorante Bilboq.
Ogni tavolo qui presenta al centro, in un lungo piatto Pompadour, aragoste a pezzi che troneggiano
su una montagna di spaghetti, colorati con una salsa di pomodoro di cui solo lo chef conosce il segreto.
Ricette di pasta che si possono trovare anche altrove sull'isola. All'ora di pranzo si possono gustare su una nave da crociera nel cuore delle Isole Lavezzi o nel cortile di una prestigiosa dimora antica nel porto di Centuri.
Anche se purtroppo le aragoste corse sono meno numerose nelle nasse e nelle reti che nei piatti, grazie alla scienza dovrebbero conoscere un nuovo boom. La piattaforma di ricerca Stella Mare, nell'Alta Corsica, ha recentemente scoperto i segreti della riproduzione in cattività del crostaceo. Una speranza per pescatori, ristoratori e buongustai di riscoprire la ricchezza di un tempo di questa produzione ittica emblematica dell'isola.
Prodotti del mare
La città di Ajaccio ha recentemente aperto un nuovo mercato del pesce adiacente al mercato coperto nel centro della città. Un luogo dove si trova un pannello rappresentativo della produzione marittima locale. Le bancarelle qui presentano il frutto del lavoro dei pescatori di tutta la Corsica. Un posto perfetto per scegliere e degustare tante specie diverse di pesci e crostacei emblematici del Mediterraneo.